(approvato con decreto Magistrale nr. 07/10 del 25 Settembre 2013)
Essere di esempio alla collettività per comportamento esemplare di vita cristiana e testimoniare la carità sostenendo le opere di Beneficienza e di Filantropia, rappresentano le caratteristiche che identificano gli appartenenti all’Ordine dei Santi Contardo e Giuliano l’Ospitaliere.
L’Ordine non è un’ associazione creata per difendere interessi di categoria, di gruppo o personali ma è un’Istituzione Legittima della Famiglia d’Este Orioles con personalità giuridica, i cui membri, tra chi gode di specchiata condotta morale, si impegnano per tutta la vita al rafforzamento dei valori propri dell’Ordine.
Pertanto, l’adesione all’Ordine implica che ciascun Membro abbia, in ogni circostanza, atteggiamenti coerenti con gli ideali ed i valori umani e di fede professati.
Ben lungi dall’ostentare ricercatezza, i Cavalieri e le Dame, devono armonizzare nobile semplicità con sincera affabilità, senza indulgere ad atteggiamenti inclini né alla trascuratezza né all’eccessivo formalismo.
Al fine di creare, per quanto è possibile, uniformità di stile in tutto l’Ordine, sono richiamati in questa sede alcuni principi generali e norme di comportamento a cui fare riferimento nelle diverse circostanze nelle quali Cavalieri e Dame sono riuniti per vivere e testimoniare il senso della loro appartenenza all’Ordine dei Santi Contardo e Giuliano l’Ospitaliere e in tutte quelle Occasioni, ove siano presenti Il Gran Maestro e i Dignitari dell’Ordine.
E’ infatti opportuno che nelle Cerimonie e negli incontri ufficiali (ricevimenti conviviali o altre manifestazioni), ai quali si partecipa come singoli o in gruppo, si osservi uno stile di condotta sobrio ed improntato ad atteggiamenti appropriati alla circostanza ed alla dignità dell’Ordine.
Il comportamento dei membri dell’Ordine che partecipano a Cerimonie e manifestazioni, influisce sull’immagine dell’Ordine stesso, per la visibilità che ad esso ne deriva.
Da ciò la necessità di precisare norme e regole di comportamento adeguate.
Di seguito vengono richiamate alcune di queste norme che rientrano nel più ampio contesto del Cerimoniale, che costituisce l’insieme delle regole e delle consuetudini di comportamento da seguire nella partecipazione a manifestazioni pubbliche e nei rapporti di rappresentanza nonché dei ruoli e dei compiti di chi è preposto all’organizzazione ed alla gestione della manifestazione
Giova ricordare che mentre il Galateo focalizza il comportamento della singola persona nella vita di relazione, presentando l’immagine della propria identità privata, il Cerimoniale colloca tale immagine in un contesto pubblico ufficiale – come appartenente (e quindi rappresentante) di una Istituzione – e ne regola il comportamento, affinché la dignità dell’Istituzione di appartenenza sia correttamente preservata nel contesto della Manifestazione e nei rapporti intercorrenti con le altre Istituzioni presenti all’evento.
si soffermerà anche su alcuni aspetti formali, ricordando che in tutte le fasi in cui si articola una Cerimonia e negli incontri ufficiali connessi (ricevimento, incontri conviviali, ecc) sia come singole persone sia come gruppo, è necessario mantenere sempre un contegno dignitoso e corretto evitando atteggiamenti non consoni all’occasione ed all’ambiente, soprattutto se si indossano le Insegne dell’Ordine.
Appare opportuno, innanzi tutto, distinguere la Processione dal Corteo.
Comunemente con il termine Processione si indica una sfilata ordinata di fedeli con la partecipazione del Clero, mentre con il termine Corteo si indica una sfilata ordinata di persone senza la presenza del Clero.
Nella Processione le personalità più importanti, in genere rappresentate dal Clero, chiudono la stessa, precedute, in ordine decrescente di importanza verso l’inizio della Processione, dagli altri partecipanti.
Nel Corteo, invece, le posizioni sono invertite: le personalità più importanti sono posizionate all’inizio dello stesso. Seguite in ordine decrescente di importanza, dalle altre persone.
Nelle Cerimonie religiose dell’Ordine, di norma sia per la Processione sia per il Corteo, la partecipazione è limitata ai Membri (Cavalieri, Dame e Sacerdoti).
I familiari e gli ospiti non partecipano alla Processione o al Corteo, ma si posizionano direttamente in Chiesa, nei banchi ad essi riservati dal Cerimoniere.
Nelle Processioni dell’Ordine, il Gran Maestro chiuderà la Processione. Seguirà il Clero.
Davanti al Gran Maestro si posizioneranno gli altri membri dell’Ordine in ordine decrescente di importanza, andando verso l’inizio della Processione. Quando l’Autorità Ecclesiastica più elevata é invece il Delegato Magistrale, la Processione sarà chiusa dalle cariche più elevate presenti.
Le posizioni saranno totalmente invertite nel caso di Corteo e cioè in prima posizione vi saranno il Gran Maestro, i Membri del Gran Magistero, i Delegati Magistrali e, in ordine di carica e grado decrescente, gli altri Membri dell’Ordine
Per quanto riguarda le Dame, di norma nel corteo esse si posizioneranno in fondo allo stesso. Nel caso di Processione, invece, le Dame sono posizionate all’inizio.
Sia nella Processione, sia nel Corteo, la formazione e le posizioni saranno gestite dal Cerimoniere e dagli altri addetti alla cerimonia, rispettando il grado, la funzione e, possibilmente, l’ordine di altezza.
I Cavalieri indosseranno al Cocolla ed i guanti bianchi; le Dame analogamente, il Mantello, il Velo e i guanti bianchi.
Per la formazione della Processione o del Corteo, tutti i partecipanti dovranno trovarsi nel luogo stabilito con un congruo anticipo.
Coloro che arriveranno a Processione o a Corteo iniziati, non potranno, per nessun motivo farne parte, né potranno prendere posto in Chiesa tra i banchi riservati ai Cavalieri ed alle Dame. Ciò in quanto l’inserimento nella Processione o Corteo già formati ovvero il far alzare Dame e Cavalieri già posizionati in Chiesa, crea un’immagine di confusione e disorganizzazione, che non giova alla compostezza e alla solennità della circostanza.
I ritardatari parteciperanno alla Cerimonia inserendosi tra il pubblico, senza però, indossare la Cocolla, o il Mantello /Velo e i guanti.
E’ anche opportuno che i familiari ed ospiti non si soffermino nel luogo della formazione del Corteo per la Processione, né sostino sul sagrato in attesa dell’inizio della Cerimonia, ma prendano al più presto posto in Chiesa ordinatamente.
All’ingresso della Chiesa saranno presenti solo quei Cavalieri, con Cocolla e guanti, addetti al ricevimento degli Ospiti per accompagnarli agli eventuali posti loro riservati.
Durante la Processione o il Corteo si manterrà una debita distanza dal Cavaliere o dalla Dama che precede, rimanendo, altresì, allineati con la persona al proprio fianco ed a quella che precede.
Inoltre, si dovrà assumere un atteggiamento dignitoso, evitando cenni di saluto, conversazioni, ecc.
Di seguito sono indicate le precedenze dei partecipanti alla Processione od al Corteo per quanto riguarda le normali Cerimonie dell’Ordine. Per le Cerimonie della Veglia d’Armi e di Investitura, le posizioni sono regolate nel Cerimoniale dell’Ordine.
Al termine della Cerimonia la Processione (od il Corteo se il Clero dall’altare rientra direttamente in Sacrestia) si ricostituirà sotto la guida del Cerimoniere seguendo le indicazioni già menzionate e con la stessa compostezza.
Nel caso di Processione di uscita, al termine della stessa, i Cavalieri e le Dame, seguendo le indicazioni delCerimoniere, si schiereranno al lati del corridoio di accesso alla Sagrestia facendo ala per consentire il passaggio del Clero e per porgere il saluto al Celebrante.
Sarà compito del Cerimoniere, incaricato della gestione della Cerimonia, regolarsi in base alle strutture e situazioni esistenti, conformandosi all’impostazione delle presenti note e criteri, per quanto applicabili, sottoponendo preventivamente al Gran Magistero le varianti che propone di adottare secondo circostanze.
E’ opportuno, per una migliore comprensione del presente testo, fare riferimento alla configurazione interna della Chiesa, affinché ogni partecipante abbia una precisa indicazione della sua collocazione, secondo il ruolo che ricopre.
Le indicazioni di destra/sinistra, che verranno qui di seguito utilizzate, sono riferite alla destra ed alla sinistra dell’Altare visto dalla navata della Chiesa.
Sul lato sinistro prospiciente l’Altare si collocherà il Delegato Magistrale, mentre in corrispondenza, sul lato destro, troveranno posto il Gran Maestro e i Membri del Gran Magistero.
Eventuali rappresentanti di altri Ordini occuperanno i posti privilegiati, ma separati rispetto a quelli dei Dignitari dell’Ordine dei Santi Contardo e Giuliano l’Ospitaliere. E’ bene rammentare che alle Cerimonie dell’Ordine possono essere invitati ufficialmente solo Rappresentanti di Ordini Legittimi e Riconosciuti o eventualmente di Ordini concessi da Stati Sovrani (art. 3 Statuto).
I primi banchi della Chiesa sul lato sinistro sono, di norma, riservati alle Autorità presenti, quelli retrostanti ai Cavalieri; i primi banchi sul lato destro sono riservati alle Dame e, quelli successivi, ove necessario, ai Cavalieri che non abbiano trovato posto sul lato sinistro.
Nella Cerimonia di Investitura davanti a questi banchi verranno poste, se possibile, le sedie riservate ai Cavalieri investendi (e Padrini), mentre le Dame investende (e Madrine), prenderanno posto nelle prime file di banchi riservate alle Dame.
Gli invitati occuperanno le file dietro ai banchi riservati alle Autorità, ai Cavalieri ed alle Dame, su entrambi i lati della navata centrale.
Il Rito Religioso della Veglia d’Armi e dell’Investitura sono regolati dall’apposito Cerimoniale cui si rimanda. Per quanto attiene alle altre Cerimonie, il Rito sarà quello previsto dalle specifiche Liturgie.
Si riepilogano, qui di seguito, alcune regole di comportamento da tenere durante le Cerimonie Religiose dell’Ordine.
Lo scambio del Segno di Pace è opportuno che avvenga solo tra i Cavalieri e le Dame adiacenti. Solo la più alta carica dell’Ordine presente, se gradito al Celebrante, si avvicinerà allo stesso per scambiare il Segno di Pace.
Alla Consacrazione, onde evitare difformità di comportamento, i Cavalieri dovranno inginocchiarsi tutti oppure restare tutti in piedi flettendo il busto in una profonda riverenza.
Ciò verrà stabilito e comunicato dal Cerimoniere, caso per caso, in funzione delle diverse situazioni e circostanze: i Cavalieri e le Dame potranno essere tutti posizionati in banchi provvisti di inginocchiatoi, oppure parte sui banchi e parte sulle sedie. Nel primo caso tutti potranno agevolmente inginocchiarsi. Nel secondo caso, al fine di evitare difformità di comportamenti, tutti resteranno in piedi.
Tra i Cavalieri e Dame vi possono essere persone anziane o persone che non possono inginocchiarsi. E’ pertanto necessario che i partecipanti segnalino preventivamente al Cerimoniere eventuali impedimenti fisici che possono condizionarne i movimenti onde stabilire, per quanto possibile, un comportamento uniforme, anche mediante una opportuna disposizione dei presenti.
Durante la Comunione dovrà essere rispettato un ben definito ordine di precedenze (guidato dal Cerimoniere ); si porteranno all’Altare nell’ordine: il Gran Maestro, i Dignitari dell’Ordine, i Rappresentanti delle Delegazioni Regionali e Provinciali, gli eventuali Rappresentanti di altri Ordini, i Presidi, i Delegati, i Cavalieri, le Dame, le Autorità e gli invitati.
Si raccomanda, quando si rientra nei banchi, di seguire il percorso indicato dagli incaricati del servizio, senza pretendere di ritornare al posto precedentemente occupato.
I Cavalieri rimarranno inginocchiati o compostamente in piedi al loro posto (sempre mantenendo l’uniformità) sino al termine della distribuzione dell’Eucarestia.
I Cavalieri indosseranno al Cocolla e guanti bianchi; le Dame, il Mantello con Velo Bianco e guanti bianchi. Questa tenuta può essere indossata fuori della Chiesa solo in Processione o in Corteo.
Sotto l’abito da Chiesa i Cavalieri e le Dame dovranno indossare l’abito prescritto a seconda delle circostanze.
Gli Ecclesiastici, qualora assistano alla Cerimonia senza concelebrare, indosseranno:
i prelati: l’abito corale con Cotta o Rocchetto e Mozzetta dell’Ordine;
i sacerdoti: la veste talare con Cotta o Rocchetto e Mozzetta dell’Ordine ;
i religiosi: l’abito proprio dell’Istituto di appartenenza, con Cotta o Rocchetto e Mozzetta dell’Ordine.
La Veglia d’Armi e di Preghiera è il momento più significativo per i Cavalieri e le Dame investendi/e, in quanto, con la sottoscrizione della Promessa, essi assumono l’impegno solenne di servizio e carità a favore delle attività Filantropiche, Benefiche e Assistenziali dell’Ordine, secondo i dettami del Buon Cristiano e della Chiesa Cattolica.
Si tratta di una Cerimonia dal carattere intimo, che ha lo scopo di favorire il raccoglimento interiore e la riflessione sul profondo significato della scelta di vita derivante dall’entrare a far parte dell’Ordine.
Oltre ai Cavalieri ed alle Dame investendi/e, possono partecipare anche i rispettivi familiari, altri Cavalieri e Dame della Delegazione.
Il Rito Religioso della Veglia delle Armi si svolge secondo il Cerimoniale liturgico proprio dell’Ordine, e non comprende la celebrazione della S. Messa, ma soltanto la Liturgia della Parola.
La Cerimonia dell’Investitura rappresenta l’evento solenne, solitamente presenziato dal Gran Maestro o dal Delegato Magistrale, che si caratterizza per l’antico e solenne rito dell’imposizione della Spada e della Vestizione.
I neo Cavalieri e Dame confermano pubblicamente la scelta di vita e l’impegno di servizio assunti entrando a far parte dell’Ordine e pubblicamente ricevono le Insegne dell’Ordine stesso.
Il Rito Religioso della Cerimonia di Investitura è regolato secondo il Cerimoniale liturgico proprio dell’Ordine.
Vi sono Ricorrenze e Festività Religiose che comportano, per gli appartenenti all’Ordine, l’obbligo di riunirsi e di partecipare alla Celebrazione della Santa MessaEsse sono:
L’Ordine organizza anche altre Cerimonie in occasione della Santa Pasqua, del Santo Natale, della Commemorazione dei Defunti.
Nelle ricorrenze religiose locali più importanti l’Ordine partecipa in modo ufficiale e con le insegne alle celebrazioni organizzate dalla Chiesa locale, solo a seguito di formale invito da parte del Parroco o del Sacerdote Cappellano. Per la partecipazione a queste Cerimonie ci si atterrà alle disposizioni date dal Cerimoniere competente.
Poiché non si tratta della celebrazione di una festa, ma di una Cerimonia che riveste un carattere di mestizia, non è previsto l’uso dell’abito da Chiesa. Per partecipare al rito religioso è richiesto l’abito scuro. Sulla destra dell’Altare sarà esposto lo stendardo dell’Ordine abbrunato e, ai piedi dell’Altare, saranno deposti i Simboli dell’Ordine. Per il rito religioso occorrerà attenersi alle disposizioni del Cerimoniere.
La partecipazione alle Cerimonie Religiose non dell’Ordine è subordinata alla ricezione di invito formale da parte dell’autorità competente. Spetta al Gran Magistero definire, in accordo con il Delegato, le modalità di partecipazione, in funzione del tipo di invito, della circostanza e delle disposizioni del Cerimoniere competente. Di norma, la partecipazione a dette Cerimonie è limitata a quelle che hanno una più stretta attinenza con lo spirito dell’Ordine (i Riti della Settimana Santa, il Corpus Domini, l’Esaltazione della Santa Croce, il Santo Natale). Per i posti da occupare ed il ruolo da svolgere, ci si atterrà alle disposizioni del Cerimoniere competente e con questi preventivamente concordate.
E’ compito del Cerimoniere dell’Ordine assicurare il rigoroso rispetto di tali disposizioni.
Poiché la Funzione Funebre ha carattere privato, la partecipazione di una rappresentanza dell’Ordine è subordinata al gradimento della famiglia del defunto.
In tal caso l’Ordine partecipa in modo ufficiale con una rappresentanza di due Cavalieri.
Gli altri appartenenti all’Ordine non facenti parte della “rappresentanza ufficiale”, partecipano in abito scuro assieme agli altri fedeli.
I Cavalieri designati attenderanno il feretro all’ingresso della Chiesa e lo scorteranno sino all’Altare; resteranno quindi in piedi ai lati del feretro per tutta la durata della cerimonia ed al termine della Funzione scorteranno il feretro fino all’uscita dalla Chiesa
La partecipazione ai ricevimenti ed agli incontri conviviali dell’Ordine deve essere sempre considerata principalmente come occasione di incontro tra Cavalieri e Dame nello spirito per approfondire e rinsaldare quei rapporti di fratellanza e di amicizia che contraddistinguono l’appartenenza all’Ordine. Il ricevimento che segue la Cerimonia di Investitura ha un carattere ufficiale ed è anche occasione di incontro con Autorità pubbliche. Pertanto, ci si atterrà al Protocollo in vigore nella propria Nazione.
La partecipazione a tutte le Cerimonie ed incontri della Delegazione è, di massima, aperta a tutti i Membri che la compongono, salvo restrizioni dovute a problemi logistici o di opportunità decise dal Delegato Magistrale.
E’ necessario per ovvie ragioni organizzative, segnalare sempre la propria partecipazione attraverso i canali istituzionali (Delegazione, Commenda)
Tra Delegazioni e Commende diverse
Qualora si desiderasse invitare Confratelli/Consorelle o Dignitari di altre Delegazioni a manifestazioni della propria Delegazione, è necessario trasmettere gli inviti tramite la Delegazione di appartenenza.
Alla Cerimonia di Investitura
Le Cerimonie di Investitura e della Veglia d’Armi sono aperte alla partecipazione di tutti i membri della Delegazione. Di norma, il Delegato – con apposita circolare – diramerà gli inviti a tutti gli appartenenti alla propria Delegazione.
Il Delegato interessato dovrà sempre richiedere al Gran Maestro di presiedere la Cerimonia di Investitura e il Gran Maestro deciderà di volta in volta se partecipare personalmente o delegare qualcuno in Sua rappresentanza. Per quanto riguarda gli inviti ai membri del Gran Magistero e ad alte Personalità anche Ecclesiastiche, questi dovranno essere diramati dal Gran Maestro, al quale il Delegato interessato farà pervenire la proposta.
Ogni appartenente all’Ordine che abbia intenzione di invitare persone estranee ad esso, a Cerimonie, ricevimenti o incontri dell’Ordine, deve preventivamente segnalarlo al proprio Delegato, indicando il nominativo e le motivazioni dell’invito, al fine di ottenere l’autorizzazione preventiva.
Non è consentito invitare a titolo personale Alte Cariche dell’Ordine o Alte Cariche ecclesiastiche, né Autorità civili e militari, in quanto la partecipazione di Ospiti di tale livello deve essere preventivamente verificata e concordata con il Delegato Magistrale interessato, il quale, per le Alte Cariche dell’Ordine e quelle Ecclesiastiche, deve inoltrare l’invito tramite il Gran Maestro e, per le Autorità civili e militari, deve valutare che gli inviti siano opportuni e compatibili con le regole del Protocollo.
È buona norma non estendere inviti a persone estranee all’Ordine al solo fine di ricambiare cortesie personali.
Il rispetto dei ruoli gerarchici implica un doveroso riguardo verso le persone che li ricoprono, per consentire un corretto e ordinato governo dell’Ordine.
Infatti, ogni livello di Autorità ha proprie competenze e responsabilità, che variano con il livello gerarchico. Ciò implica che ogni iniziativa, prima di essere attuata, deve ottenere l’autorizzazione dall’Autorità competente immediatamente superiore. Per qualsiasi tipo di necessità o nulla osta, quindi, ogni Membro, dell’Ordine deve sempre rivolgersi al proprio Superiore diretto, evitando in tal modo di far pervenire richieste direttamente alle Autorità di livello più elevato, scavalcando quelle di grado immediatamente superiore. A queste ultime, infatti, compete l’eventuale inoltro delle petizioni alle Autorità, cui è attribuita la competenza a decidere in merito. I contatti tra le diverse Delegazioni, avvengono solo attraverso i Delegati, i quali potranno autorizzare contatti diretti tra i rispettivi Subalterni, qualora le circostanze dovessero richiederlo ed assumendo la responsabilità del loro operato. L’osservanza delle Gerarchie, delle Regole dell’Ordine e del Protocollo, che fa parte dell’impegno di obbedienza sottoscritto in occasione dell’Investitura, non rappresenta una imposizione di tipo burocratico o militare, ma è richiesta dal rispetto delle diverse responsabilità e competenze, per una ordinata gestione delle attività dell’Ordine.
Si definiscono genericamente Insegne tutti gli emblemi che identificano una Istituzione. (stemmi, simboli, vessilli, uniformi, tenute, ecc).
Nell’ambito generico delle Insegne, rientrano le Decorazioni:
Medaglie aventi forma di insegna metallica appesa a nastro;
Croci (Cavaliere, Cavaliere Ufficiale, Commendatore, Grand’Ufficiale) da portare al collo appese al relativo nastro;
Fasce (Gran Croce) con appesa la relativa Croce;
Le Decorazioni dell’Ordine sono costituite da:
Medaglie
Croci
Placche
Collari
Esse si distinguono in:
Grandi Decorazioni: medaglie, croci, placche, collari;
Piccole Decorazioni (o Decorazioni ridotte) che sono una replica delle Grandi Decorazioni in formato miniatura.
Ad esse si aggiungono, quale elemento complementare:
i nastrini, che riproducono i colori del nastro cui è appesa la Decorazione metallica;
gli smaltini, ovvero i piccoli distintivi metallici, in formato miniatura, che riproducono i nastrini;
le rosette, cioè i distintivi, generalmente di stoffa, di forma circolare, raffiguranti i colori del nastrino e l’emblema della Decorazione.
La Cocolla e il Mantello costituiscono oggi la sola “divisa o uniforme” dell’Ordine, da indossare esclusivamente in Chiesa, in occasione delle Cerimonie dell’Ordine o di quelle non dell’Ordine per le quali è richiesta la partecipazione ufficiale dell’Ordine con la rappresentanza di Cavalieri.
Poiché la Cocolla e il Mantello sono assimilabili all’abito da Chiesa dei membri dell’Ordine, come tale deve essere indossato con il rispetto dovuto e non al di fuori dell’area in cui si svolge la Cerimonia religiosa o qualsiasi altra occasione in cui non sia dato espresso permesso da parte del Gran Magistero.
Quando si indossa la Cocolla e il Mantello le distinzioni del grado sono visibili sul colletto. Per le Dame non è attualmente prevista alcuna distinzione di grado da apporre quando indossano il Mantello.
Sulla Cocolla e sul Mantello non possono essere applicate decorazioni distintive di grado
Il termine tenuta indica l’abito da indossare nelle diverse circostanze.
Per i Cavalieri e i Signori Ospiti
— Il frac (con gilet e cravattino bianco) è l’abito da sera proprio per le serate di gala, i ricevimenti e i pranzi ufficiali.
La prescrizione del frac è indicata negli inviti con la dicitura “cravatta bianca”.
Con il frac vengono portate le Decorazioni solo quando esplicitamente prescritte nell’invito (con la formula Decorazioni).
Le Decorazioni sono invece d’obbligo (e non è necessario specificarlo) quando si partecipa a pranzi e ricevimenti ufficiali cui prendono parte (se esplicitamente detto
nell’invito) il Gran Maestro o quando l’invito è diramato ufficialmente dai Presidenti dei Supremi Organi di uno Stato (Senato, Camera, Consiglio dei Ministri, Corte Costituzionale, ecc) o da un rappresentante ufficiale del Governo, sempre per circostanze di gala.
Nei suddetti casi, come precisato, l’uso delle Decorazioni è implicito nell’uso del frac e non viene pertanto prescritto nell’invito.
Con il frac, le decorazioni, possono essere portate in due modi:
– “en brochette”, cioè passate, senza nastrino, in una catenella;
– “su sbarretta” di metallo munita di spillo da appuntare sul risvolto della giacca, con i nastrini affiancati, senza sovrapporre i bordi.
Si indossa nel formato regolamentare, una sola Decorazione da collo (Cavaliere o Commendatore) o una sola Fascia da Cavaliere di Gran Croce.
Possono invece essere portate più Placche, fino a tre.
Esse si applicano sul lato sinistro del petto, al di sotto delle Decorazioni, in ordine di importanza, da destra a sinistra e dall’alto in basso.
La fascia si porta, di norma, sotto il panciotto della marsina, salvo che sia presente il Gran Maestro, nel quale caso è indossata sopra il panciotto.
La Decorazione da collo (Cavaliere o Commendatore) si porta sotto il nodo del cravattino.
— Lo smoking è l’abito proprio delle serate, pranzi e ricevimenti in cui è prescritto tassativamente l’uso del frac.
La prescrizione dello smoking negli inviti è indicata con la dicitura “cravatta nera”.
Con lo smoking non si possono portare Collari, Placche, Fasce e Decorazioni, ma una sola rosetta all’occhiello, che di norma è quella dell’onorificenza.
Nel caso di inviti a ricorrenze, feste o Cerimonie di Stati stranieri o di Ordini riconosciuti, si porterà la rosetta relativa alla più alta onorificenza eventualmente ricevuta dallo Stato o dall’Ordine ospitante.
Qualora si partecipi in qualità di rappresentanti dell’Ordine dei Santi Contardo e Giuliano, si porterà la rosetta dell’Ordine.
È consentito che i Cavalieri investendi e promuovendi mantengano, durante il Convivio che generalmente segue la Cerimonia di Investitura, la Decorazione da collo.
Analogamente, le Dame investende e promuovende, mantengano, nella medesima circostanza, la decorazione corrispondente al proprio grado.
N.B.: Per le sole Cerimonie dell’Ordine dei Santi Contardo e Giuliano è consentito l’uso delle decorazioni in formato miniatura “su sbarretta” o “en brochette” anche con lo smoking, nonché fregiarsi della Distinzione di Merito da appuntare sia sul frac, sia sullo smoking, al di sotto delle decorazioni in formato miniatura.
— L’abito da visita (o abito scuro) è l’abito appropriato per la partecipazione a colazioni e ricevimenti ove non sia prescritto formalmente l’uso dello smoking e del frac.
Di norma si usa al mattino ed è la tenuta prescritta ogni volta che si indossa la Cocolla o il Mantello (per le Dame).
Con l’abito da visita si porta una sola rosetta all’occhiello.
E’ ammesso, in alternativa, fregiarsi del distintivo metallico con gli smaltini delle decorazioni ricevute (Onorificenze) , mentre non è ammesso fregiarsi di Collari o di Decorazioni in formato miniatura.
Per le Dame e le Signore Ospiti
Qualora le Dame indossino un abito nero lungo, le Decorazioni da portare potranno essere quelle riportate nel paragrafo “per il – frac”.
Con l’abito nero corto o da sera, sempre al di sotto del ginocchio, si seguano le indicazioni contenute nel paragrafo “per i Cavalieri e i Signori Ospiti- smoking”.
Ove si indossi un abito diverso, le Dame devono portare, sul lato sinistro dell’abito, soltanto la miniatura dell’Ordine.
Per gli Ecclesiastici
Ai ricevimenti ed alle manifestazioni è previsto per:
i Cardinali, Vescovi, Monsignori: talare filettata con fascia;
i Sacerdoti: talare nera eventualmente con fascia nera;
i Religiosi: abito proprio dell’Istituto di appartenenza.
E’ consentito l’uso del clergyman con rosetta.
L’uso delle Decorazioni è regolato da un Protocollo internazionale che non consente interpretazioni arbitrarie o personali, né deroghe.
Il mancato rispetto di detto Protocollo discredita la persona ma soprattutto l’immagine dell’Istituzione alla quale appartiene.
Pertanto è dovere del Cerimoniere correggere eventuali abusi in materia.
Il tipo di Decorazione da portare è strettamente correlato al tipo di abito (tenuta) che si indossa, come indicato nei precedenti paragrafi.
Coloro che sono stati insigniti di onorificenze di Ordini riconosciuti, sia nazionali che esteri, possono fregiarsene dando la precedenza alle onorificenze del proprio Stato.
Di ogni Ordine si indossa una sola insegna e cioè quella del grado più elevato.
Circa la precedenza fra le insegne degli Ordini del proprio Stato e quelle dei vari Stati esteri, di norma si segue il criterio cronologico di istituzione.
In uno Stato straniero, le onorificenze della Nazione Ospite seguono quelle dello Stato ospitante.
In occasione di ricevimenti o ricorrenze di Stati stranieri, hanno la precedenza le insegne dell’onorificenza dello Stato che si intende onorare.
Analogamente, nelle Cerimonie dell’Ordine del Santo Sepolcro si porteranno le insegne dell’Ordine con precedenza sulle altre.
Le precedenze tra i Membri che ricoprono particolari cariche nell’Ordine, sono le seguenti:
Gran Maestro
Gran Cancelliere
Cancelliere
Luogotenete Generale (con delega sui Luogotenenti Magistrali)
Luogotenete Magistrale (con delega a due o più Regioni)
Delegato Magistrale (con delega a una Regione)
Delegato Provinciale (titolare di Commenda)
A parità di carica e grado, la precedenza segue l’anzianità di nomina nella carica.
Concludiamo con alcune note riepilogative sugli appellativi da usare quando ci si rivolge – in occasione di Cerimonie e di incontri ufficiali – a coloro che occupano un incarico di Governo nell’Ordine, agli Ecclesiastici ed a Personalità insignite di particolari onorificenze.
Durante le Cerimonie e gli incontri ufficiali, è opportuno, al di là del rapporto di personale amicizia, astenersi dal rivolgersi ai Superiori, ai Dignitari dell’Ordine, agli Ecclesiastici ed alle altre Autorità presenti, con appellativi eccessivamente familiari.
Al Gran Maestro, ci si rivolge con l’appellativo “Altezza Serenissima”, in quanto capo di Nome e d’Arme della Casa.
Ai Cavalieri di Collare e di Gran Croce è riservato l’appellativo di Eccellenza. Il medesimo trattamento d’Onore sarà riservato al Gran Cancelliere dell’Ordine
Ai dignitari dell’Ordine, Delegati Magistrali, Commendatori Titolari ci si rivolgerà con il Grado dell’Ordine e il Titolo Accademico
Tutti gli Stemmi dell’Ordine hanno un preciso riferimento, con identificazione dei livelli della struttura operativa cui si riferiscono.
E’ tassativamente vietato l’uso degli Stemmi dell’Ordine al di fuori degli scopi istituzionali dello stesso e quindi nessun appartenente all’Ordine può fare uso personale di detti Stemmi.
Lo Stemma dell’Ordine può essere usato solo sugli atti e sulla carta intestata delle massime Cariche operative dell’Ordine e del Gran Magistero.
La Luogotenenza, può usare il seguente Stemma:
Croce dell’Ordine, Coronata il tutto posto sul lato sinistro del foglio, con l’intestazione: “Ordine dei Santi Contardo e Giuliano l’Ospitaliere ”, con sotto, al centro, Sodalizio Cavalleresco di Collazione della Famiglia d’Este Orioles, Luogotenenza Magistrale per le Regioni di…….
La Delegazione, può usare il seguente Stemma:
Croce dell’Ordine, Coronata il tutto posto sul lato sinistro del foglio, con l’intestazione: “Ordine dei Santi Contardo e Giuliano l’Ospitaliere ”, con sotto, al centro, Sodalizio Cavalleresco di Collazione della Famiglia d’Este Orioles, Delegazione Magistrale per la Regione…….
Le Commende, nei propri atti o carta intestata, possono usare solo il seguente Stemma:
Croce dell’Ordine, Coronata il tutto posto sul lato sinistro del foglio, con l’intestazione : “Ordine dei Santi Contardo e Giliano l’Ospitaliere”, con sotto, al centro, Sodalizio Cavalleresco di Collazione della Famiglia d’Este Orioles, Commenda di…….
L’uso di carta da lettera intestata o con Stemma è consentito solo per la corrispondenza ufficiale, interna ed esterna dell’Ordine e mai per corrispondenza personale. Pertanto nessun appartenente è autorizzato a servirsi della carta intestata dell’Ordine, per corrispondenza personale. Gli Stemmi dell’Ordine non possono essere riprodotti ed utilizzati a nessun titolo dai singoli Membri dell’Ordine, in quanto identificano specifiche strutture dell’Ordine e non possono essere usati a titolo personale.
E’ consentito ai Membri dell’Ordine di apporre sul proprio biglietto da visita solo la Croce dell’Ordine, nell’angolo alto a sinistra, preferibilmente a secco (oppure nei colori dell’Ordine), riportando, il Nome dell’Ordine, il Titolo Professionale, Nome e Cognome, Grado:
ESEMPIO:
Ordine dei Santi Contardo e Giuliano l’Ospitaliere
Dott. XXXXXXXXX
Grande Ufficiale
Via XXXXXX- nr. XX Città XXXXXXX
In nessun altro caso, come biglietti augurali o di accompagnamento, ecc., è consentita l’utilizzazione di intestazione e di Stemmi dell’Ordine. Ai Delegati e Commendatori è demandata la responsabilità di verificare che nell’ambito delle proprie competenze le presenti disposizioni siano rispettate.
L’uso dell’intestazione dell’Ordine, degli Stemmi e delle Insegne, su pubblicazioni di qualsiasi genere è subordinata alla preventiva autorizzazione scritta del Gran Magistero a seconda delle circostanze e della casistica.
Nessun appartenente all’Ordine può rilasciare interviste, dichiarazioni, articoli o documentazione fotografica inerenti all’Ordine senza aver avuto autorizzazione preventiva scritta da parte del Gran Magistero, il quale resta l’unico responsabile verso i terzi della correttezza delle informazioni e dell’opportunità del loro rilascio in funzione delle circostanze.